...denuncia la drammatica condizione socio-sanitaria che insiste nella Terra dei fuochi, quotidianamente pubblica sul suo profilo Facebook i continui decessi che avvengono nella sua terra. E nulla sembra cambiare. La causa è l'assenza dello Stato? Forse, anche se molti privati cittadini, tante associazioni e alcuni (purtroppo non molti) rappresentanti delle istituzioni si battono per arrestare questi fenomeni di abuso ambientale. E loro fanno parte dello Stato. Il problema è che alcuni rappresentanti dello Stato, non solo gli ultimi, e nemmeno i penultimi, si sono tappati gli occhi davanti al traffico illecito di rifiuti che comunque qualche vantaggio economico alle industrie, e agli amici degli industriali, portava, e non hanno mai dato peso a quei "piccoli fenomeni" di abuso, come i roghi tossici, che da sempre siamo abituati a vedere. Perché i reati che ammorbano la Terra dei fuochi sono: interramenti di rifiuti industriali di ieri e di oggi (troppo onerosi per essere smaltiti legalmente), sversamento di rifiuti delle aziende locali, particolarmente dedite alla contraffazione e quindi "obbligate" a smaltire illegalmente, i roghi, che fanno sparire (quasi totalmente) le tracce dello smaltimento illecito, ma ammorbano terra, aria ed acqua con i loro resti velenosi, e accanto a questi il traffico illecito di rifiuti che arricchisce e rafforza i poteri criminali. Quindi, il problema non è una generica mancanza dello Stato, che è un po' come predicare "Piove, governo ladro", ma la mancanza di una normativa ferrea riguardante i reati ambientali (ad oggi, in Italia, chi viene colto in flagranza di reato viene semplicemente multato) e la mancanza di fondi per permettere alle forze dell'ordine di compiere tutti i controlli del caso (tralasciando le occasioni in cui le autorità di controllo erano colluse con i criminali). È vero che anche un'adeguata educazione ambientale potrebbe rallentare il degrado nel quale scivoliamo inesorabilmente giorno per giorno, ma nel caso della Terra dei fuochi non sono i piccoli abusi a creare il grosso del problema. In quella terra non serve l'esercito, che ogni tanto qualcuno invoca, ma controlli e bonifiche. Bonifiche: lavoro, risanamento e riqualificazione, ecco le parole magiche. Ultimanente siamo stati costretti ad ascoltare un nostro ministro che trovava la causa di questa ecatombe negli stili di vita di chi abita quest'area: fumano troppo, mangiano male, fanno poca ginnastica... non è colpa della diossina o dei reiterati interramenti, no. È che mangiano troppa pizza. Se si cammina sotto i viadotti delle terre di confine (dove il controllo è ancora più blando), l'aria è irrespirabile, mefitica, la gola inizia a bruciare e gli occhi a lacrimare, anche se i fuochi sono spenti, perché l'aria è talmente satura delle sostanze tossiche che si sprigionano dai roghi, che servirebbe un uragano per spazzare via quella puzza. D'estate, nelle case della Terra dei fuochi, non si possono tenere le finestre aperte, tanto meno l'aria condizionata accesa (per chi ce l'ha), perché le abitazioni diventerebbero delle camere a gas, allora meglio il solo caldo. Perché poi, con il sole rovente, i fuochi ardono di più e si spengono con maggiore difficoltà. E mentre da decenni parliamo di Terra dei fuochi riferendoci alle province di Napoli e Caserta, non considerando che ormai questo è un fenomeno che si sta propagando a tutte le Regioni d'Italia, il nostro Governo si appresta a condonare le bonifiche, permettere una gestione dei rifiuti industriali meno rigorosa del passato (ed è tutto dire), favorire le lobby del cemento e dell'acciaio a favore di grandi e inutili opere e aumentare le commesse dei fatidici tanto desiderati F35.
Viva l'Italia, povera patria.
4 novembre 2014