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L'attuale presidente della Regione Lazio, che evidentemente con la comunicazione e il disagio sociale ci sa fare, ha nominato capo della comunicazione istituzionale un ex terrorista.

Un ex terrorista condannato a più di cinque anni di prigione per associazione sovversiva e banda armata, ex Fronte della gioventù, ex Lotta studentesca, ex Terza posizione, ex direttore di Area (pubblicazione accogliente e pluralista ideata da Alemanno e Storace) e cantautore di un gruppo musicale che, cantando e suonando, solo incidentalmente può dare l'idea, sicuramente opaca e sbiadita (anzi, sicuramente pregiudizievole), di rievocazioni e raduni fascisti in cui si getta non solo la storia, ma anche la musica oltre l'ostacolo.

Fascismo istituzionale

Ma l'attuale presidente della Regione Lazio sa tutto questo e anche di più e, da fine esegeta della comunicazione e del disagio sociale (che, ormai, viaggiano felicemente insieme), di fronte a qualche comprensibile riserva espressa da più parti (per esempio, dall'A.N.P.I. - Associazione Nazionale dei Partigiani d'Italia e da chiunque altro con una coscienza civile), ha dichiarato: "L'antifascismo fascista non lo accetto".

Non solo, contro l'ostacolo del dissenso ha anche affermato: "Ho trovato le critiche alla nomina un'operazione di bullismo mediatico".

Visti i precedenti (non solo penali), c'è da credergli: fascismo e bullismo non possono non essere i fondamenti di una sana e autorevole comunicazione istituzionale.

Francesco Scura '23