Giornalismo promozionale
Jul 08, 2023C'è un video, sul sito di una testata giornalistica nazionale, che racconta con ammirazione deferente e magico stupore la nuova centrale termoelettrica di Porto Marghera.
Oltre il magico stupore del giornalismo più rigoroso, Porto Marghera è il luogo-simbolo, tra i tanti in Italia, dell'inquinamento industriale ultra-decennale e del più che controverso rapporto tra Stato, industrie (spesso di Stato) e bonifiche dei siti contaminati eseguite solo sulla carta, o a singhiozzo (se va bene), oppure non eseguite proprio (quando invece va male).
Giornalismo senza domande
Ma il punto, almeno in questo caso, non è questo: il punto è l'apparente assenza del giornalismo in un servizio giornalistico che invece è pubblicità, promozione aziendale, auto-celebrazione senza contraddittorio e quasi senza domande.
La narrazione giornalistica si fa proclama, lascito testamentario: "La nascita della prima centrale termoelettrica italiana di ultima generazione inaugurata da Edison a Porto Marghera è l'emblema dei nuovi equilibri economici, ambientali e tecnologici della transizione energetica".
E ancora: "L'impianto, che dal 1964 osserva da lontano Venezia costeggiando la sua maestosa laguna, ha infatti attraversato decenni di evoluzione che oggi sembrano vere e proprie ere energetiche", ma esprimersi in questi termini sui decenni di delirio post-industriale (vera origine della compromissione cronica del territorio e della salute pubblica) implica, se non vera e propria malafede, quanto meno il sospetto della speculazione consapevole.
Numeri importanti (ma decontestualizzati)
Poi i numeri, quelli grandi, quelli che ispirano e rapiscono la casalinga di Voghera presente in ognuno di noi: "Quattro anni di cantiere, un investimento complessivo di quattrocento milioni di euro, duecentocinquanta imprese fornitrici coinvolte e più di mille maestranze impiegate".
I documentari industriali di più di sessant'anni fa erano proprio così: meravigliati per l'imponenza, stupefatti per i processi scientifici, ignari delle potenziali conseguenze o del prezzo necessario per il raggiungimento del risultato (industriale).
E quindi, oggi ancor più di ieri, impera l'auto-celebrazione dei manager che si sono portati da casa le affermazioni pre-confezionate e auto-autorizzate, e non hanno certo bisogno di domande, neanche le più innocue e pedisseque: "È un impianto da primato, è un impianto da sfida: è la centrale più efficiente d'Italia, tra le due più efficienti d'Europa e tra le dieci più efficienti del mondo".
Oggi, sul sito della testata giornalistica nazionale, il megafono di regime (dell'informazione e della comunicazione ambientale) dà il suo nuovo acritico contributo.
Francesco Scura '23
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